venerdì 29 marzo 2013

Le Uova di Fabergè

 
Buongiorno amici e lettori,
 
tra pochi giorni sarà Pasqua, e nel post di oggi vorrei mostrarvi alcune immagini delle uova più famose del mondo, ossia quelle realizzate dal 1885 al 1917  dall'orafo russo Peter Carl Fabergè.
 
Le uova create da Fabergè furono 57 con materiali come oro, pietre preziose e smalti pregiati. La realizzazione occupava un intero anno: ideazione, disegno e progetto vero e proprio. Una volta che un progetto veniva scelto, una squadra di artigiani lavorava per montare l'uovo.
 
Il primo uovo fu commissionato dallo zar Alessandro III di Russia come sorpresa per la moglie Maria Fyodorovna e piacque così tanto che divenne una tradizione regalarne uno sempre diverso e più spettacolare, ogni anno all'approssimarsi della festività.
 
Nel 1900, Peter Carl Fabergé presentò le proprie opere all'Esposizione mondiale di Parigi ottenendo la medaglia d'oro e l'associazione dei gioiellieri parigini gli riconobbe il titolo di maître. Inoltre, Carl Fabergé venne decorato con la croce di cavaliere della Legion d'onore.
 
 
 
 
 
 
 












 




  
 
























Per ammirare altre splendide immagini cliccate qui.
 
Auguro a tutti una serena Pasqua!!
 
A presto
 
Laura







martedì 12 marzo 2013

Magnifica ossessione

 
 
Buongiorno amici e lettori,
 
eccomi qui, finalmente torno a scrivere nel mio primo, amato blog dopo diverse settimane di assenza. Ma cercherò di essere più presente.
 
Oggi vi parlo di un film visto diverse volte da piccola, ma, data l'età, non gli davo il giusto valore, fino a quando lo hanno ritrasmesso, poco tempo fa, alla tv svizzera.
Sono molto attratta dai lungometraggi con messaggio spirituale ed altruistico, di conseguenza ho deciso di segnalarlo a chi, come me, è un fan di questo genere.
 
Pur essendo un film della vecchia Hollywood, le cui produzioni erano principalmente di musical, far west e commedie romantiche, "Magnifica ossessione", rappresenta una storia a sè.
 
Magnifica ossessione è un film del 1954 diretto da Douglas Sirk.
Il film, tratto dall'omonimo romanzo del pastore luterano Loyd C. Douglas pubblicato nel 1929, è un remake del film Magnificent Obsession (Al di là delle tenebre, 1935) di John M. Stahl.

 

 
 
 
 
 
 
 
Bob Merrick (interpretato da Rock Hudson), erede nullafacente di una ricchissima famiglia, ha interrotto gli studi di medicina per inseguire le sue conquiste erotiche e sportive. In una delle sue sfrenate corse sulle acque di un lago con il suo velocissimo motoscafo, rimane vittima di un incidente. Il personale medico, per salvarlo, gli porta il respiratore di un malato di cuore, il dottor Phillips. Phillips, chirurgo generoso e amato da tutti, si sente male e muore, mentre il giovane riesce a salvarsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ricoverato proprio nella clinica fondata dal dottor Phillips, Bob si comporta con arroganza nei confronti del personale e fugge di nascosto prima della dimissione facendo l'autostop. A caricarlo in auto è proprio la vedova del defunto, Helen (interpretata da Jane Wyman): Bob la corteggia sfacciatamente fino ad irritarla ma, colto da un malore, viene riaccompagnato in clinica. Qui la signora apprende che è stato proprio lui a causare, involontariamente, la morte di suo marito.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando Bob esce dalla clinica, insiste nuovamente nel corteggiare la vedova, ma questa lo respinge indignata, tanto che un giorno, per allontanarsi in fretta da lui, viene investita da un'automobile, diventando cieca in seguito al colpo. Bob ha intanto scoperto che il dottor Phillips era un filantropo il cui ideale consisteva nel rendersi utile al prossimo senza volere nulla in cambio. Così viene a sua volta divorato da questa «magnifica ossessione», e inizia ad occuparsi, senza voler essere riconosciuto, della donna che ha reso prima vedova e poi cieca. Bob decide inoltre di riprendere gli studi che aveva interrotto, volendo fare tutto il possibile perché Helen, la sua amata, riacquisti la vista.
 
Helen, anche dopo aver riconosciuto l'identità di Bob, ne ricambia l'amore e ritrova grazie a lui la gioia di vivere. (fonte Wikipedia)
 
 
 

 
 
 
 
 
 
Tom Lovell
 
 
 
La morale del film viene spiegata da Randolph, un paziente di Philips: quest’ultimo faceva del bene al prossimo senza volerne ricevere né onori (il far del bene doveva restare rigorosamente anonimo) o denaro. A chi tentava di restituirgli il favore ricevuto, egli rispondeva: "Sono già stato ricompensato". La ricompensa consisteva nella forza interiore che il comportarsi così sapeva donare a chi l’aveva scelto.
Randolph porta l’esempio di una lampadina, il cui compito è far luce: non può farla se qualcuno non preme l’interruttore, permettendo così alla corrente d’energia di giungere, dalla centrale, alla lampadina stessa. Noi – spiega – siamo come lampadine: soltanto se riceviamo energia da quella immensa centrale che è la forza cosmica attivata dall’altruismo disinteressato, possiamo accenderci ossia svolgere il nostro compito, quello di migliorarlo aiutando gli altri. "Scegliere questa via è faticoso…ma una volta scelta… non si torna indietro…perché essa diventa una magnifica ossessione".
 
Un film che, spero, possiate vedere ed apprezzare anche voi.
 
Al prossimo post :-)
 
Laura
 
 
Immagini via google